Nei casi di:

Decadimento Cogntivo

Stroke

Traumi Cranici

Difficoltà Cognitive Congenite

ADHD

Difficoltà Cognitive Trasitorie

Potenziamento Abilità Cognitive

Le vostre domande:

Posso diventare più intelligente?

La domanda “posso diventare più intelligente?” è molto comune e la risposta, dal punto di vista neuropsicologico, è sì, ma con una precisazione: non si tratta di cambiare il proprio quoziente intellettivo, bensì di potenziare le funzioni cognitive che sostengono l’intelligenza. Attraverso un lavoro mirato è possibile migliorare attenzione, memoria di lavoro, flessibilità mentale e capacità di problem solving. Questi processi, allenati con continuità, rendono la mente più efficiente e pronta ad adattarsi a nuove situazioni.L’intelligenza, quindi, non è un dato fisso, ma un insieme di abilità che può evolversi grazie all’allenamento mentale, all’esperienza e alla consapevolezza.

Cosa succede durante la valutazione neuropsicologica?

La valutazione neuropsicologica inizia con un colloquio approfondito per comprendere la storia clinica, le difficoltà percepite e gli eventuali cambiamenti nel comportamento e nelle funzioni cognitive. Successivamente, vengono somministrati test specifici, carta-matita o digitali, per valutare precise abilità come memoria, attenzione, linguaggio, funzioni esecutive e percezione spaziale. Durante il test, osservo non solo i risultati quantitativi, ma anche il modo in cui il paziente affronta i compiti, eventuali strategie, errori e reazioni emotive. Infine, questi dati vengono integrati per formulare una diagnosi dettagliata e proporre interventi mirati.

Perchè la mia memoria non è più quella di prima?

È normale che la memoria cambi nel tempo, anche con l’invecchiamento fisiologico del cervello. Col passare degli anni, alcune funzioni cognitive rallentano e la capacità di ricordare dettagli o apprendere nuove informazioni può diminuire. Tuttavia, questa variazione può derivare anche da fattori come lo stress, la stanchezza, malattie vascolari o neurologiche o effetti collaterali di farmaci. È importante distinguere questi cambiamenti normali da quelli che richiedono attenzione specialistica. Una valutazione può aiutare a capire meglio la situazione, identificare le cause e suggerire eventuali interventi per supportare la memoria.

Mia mamma non si ricorda più dove mette le cose, cosa devo fare?

Capisco la preoccupazione per questi segnali. Dimenticare dove si mettono gli oggetti può essere comune, ma se diventa frequente e si accompagna a difficoltà nella memoria, nell’attenzione o in altre funzioni cognitive, è importante valutarne la causa. Consiglio di rivolgersi a uno specialista per una valutazione neuropsicologica, che permetta di comprendere meglio il funzionamento della memoria e delle altre capacità cognitive. Questo aiuta a individuare precocemente eventuali problemi e a pianificare interventi mirati, per supportare al meglio sua madre e migliorare la qualità della vita quotidiana della paziente e del caregiver che la segue quotidianamente.

Mi hanno diagnosticato l’Alzheimer, e ora che mi succederà?

La diagnosi di Alzheimer può suscitare molte paure, ma conoscere cosa aspettarsi aiuta a prepararsi meglio. La malattia evolve nel tempo attraverso fasi: inizialmente si manifestano lievi difficoltà di memoria e orientamento, mantenendo comunque una buona autonomia. Con il progredire, i deficit cognitivi e comportamentali possono aumentare, richiedendo un supporto crescente per le attività quotidiane. Ogni persona vive questo percorso in modo unico. È fondamentale un approccio multidisciplinare, con monitoraggi regolari e interventi personalizzati per migliorare la qualità di vita e supportare sia il paziente che la famiglia.

Io sono uno sportivo, a cosa mi serve fare il potenziamento cognitivo?

Il potenziamento cognitivo aiuta lo sportivo a migliorare le prestazioni mentali che influenzano direttamente quelle fisiche. Si lavora sui bias cognitivi, per ridurre errori di valutazione e decisioni impulsive, e sul senso di autoefficacia, rafforzando la fiducia nelle proprie capacità e la gestione della pressione. Inoltre, si potenziano attenzione, motivazione e regolazione emotiva, elementi chiave per mantenere concentrazione e controllo nelle situazioni critiche. In sintesi, il potenziamento cognitivo trasforma la mente in un alleato strategico, migliorando consapevolezza, lucidità e resilienza, e contribuendo così a ottimizzare la performance complessiva dell’atleta.

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