Fegato e abilità cognitive
  • Encefalite epatica
  • Epatite C e deterioramento cognitivo
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  • Buone raccomandazioni

Encefalite epatica

Quando il fegato non è più in grado di smaltire le sostanze tossiche presenti nel sangue anche il funzionamento del cervello viene compromesso. La situazione che si instaura viene definita “encefalopatia epatica” e può essere sia una condizione acuta (in alcuni casi trattabile con successo), sia un problema cronico destinato a peggiorare progressivamente o a ripresentarsi a distanza di tempo.

Dal punti di vista neuropsicologico, questa condizione può manifestarsi con alterazione dei ritmi del sonno, problemi nei ragionamenti, lieve confusione, perdite e annebbiamenti della memoria, variazioni dell’umore o della personalità, difficoltà di concentrazione o scarsa capacità di giudizio e peggioramento della capacità di scrivere a mano o di compiere piccoli movimenti con le mani. Dal punti di vista comportamentale invece possiamo incontrare sintomi più gravi, che includono movimenti anomali di mani o braccia, agitazione, eccitazione o crisi epilettiche, disorientamento, sonnolenza o stato confusionale, comportamenti inadeguati o forti cambiamenti di personalità, ridotte capacità verbali e movimenti rallentati.

Epatite C e deterioramento cognitivo

L’infezione da virus dell’epatite C (HCV) è spesso associata a manifestazione extraepatiche. Le ragioni sono da ricondurre alla capacità del virus di infettare e replicarsi nella maggior parte delle cellule e tessuti umani, incluso il sistema nervoso centrale, ma non quello periferico. Numerosi e frequenti sono i casi di pazienti con epatite C in cui si manifestano disturbi psichiatrici che interferiscono in modo significativo sulla qualità della vita quotidiana. Il disturbo più frequente è l’affaticamento, spesso associato a deficit di attenzione. Altre manifestazioni sono l’ansia, la depressione e l’insonnia.

Circa un terzo dei pazienti con epatite C cronica poi manifesta disordini cognitivi. I più frequenti sono la riduzione della memoria, l’incapacità a concentrarsi e a mantenere l’attenzione, la riduzione della capacità psicomotoria. E’ stato anche riportato un incremento del rischio di demenza.

La ricerca: antivirali diretti e deterioramento cognitivo nell’epatite C

La capacità cognitiva è stata valutata nei pazienti affetti da virus dell’epatite C (HCV), che non soddisfacevano i criteri per una encefalopatia epatica minima. La loro funzionalità epatica è stata compensata. Hanno poi scomposto i potenziali cambiamenti cognitivi associati a una risposta virologica sostenuta a 12 settimane (SVR-12), dopo il trattamento con agenti antivirali diretti (DAA). Hanno studiato 23 pazienti HCV selezionati con una batteria di test neuropsicologici standard, e con le registrazioni dell’onda P300, un potenziale cerebrale di significato “cognitivo”. C’è stata una valutazione di base (T0) e una seconda 6 mesi dopo (T1). Hanno avuto 2 gruppi di controllo di età e sesso comparabili, cioè 15 pazienti affetti da malattia del fegato grasso non alcolica (NAFLD) e 15 soggetti sani. Al T0, hanno rilevato un significativo (p < 0,05) deterioramento cognitivo nel gruppo HCV, che ha coinvolto la memoria episodica e di lavoro, l’attenzione, le abilità visuospaziali e verbali, le funzioni esecutive e il ragionamento logico. La latenza di P300 è stata significativamente (p < 0,05) ritardata nel gruppo. Al T1, hanno osservato un significativo (p < 0,05) recupero dell’HCV in determinati domini di prova, ad esempio, memoria, funzioni esecutive e ragionamento. Di conseguenza, la latenza di P300 si è ridotta significativamente (p < 0,05). I pazienti affetti da HCV hanno mostrato leggeri difetti cognitivi, in qualche modo indipendenti dalla loro malattia epatica, forse legati al coinvolgimento diretto o indiretto del cervello da parte del virus. Questi difetti parzialmente recuperati in seguito alla SVR-12, come raggiunto attraverso DAA. L’onda P300 era una valida controparte neurofisiologica di questi cambiamenti. DAA può avere un ruolo nella conservazione precoce della cognizione in HCV.

Fonte: Vaghi G, Gori B, Strigaro G, Burlone M, Minisini R, Barbaglia MN, Brigatti E, Varrasi C, Pirisi M, Cantello R. Direct antivirals and cognitive impairment in hepatitis C: a clinical-neurophysiologic study. J Neurovirol. 2020 Sep 10. doi: 10.1007/s13365-020-00904-6. Epub ahead of print. PMID: 32910431.

Buone raccomandazioni

In caso di problemi epatici un trattamento adeguato aiuta a prevenire alcuni casi di encefalopatia. Per evitare l’insorgenza di patologie al fegato è consigliato evitare di esagerare con gli alcolici e non ricorrere all’assunzione di droghe.

Questi consigli non sostituiscono il parere del tuo medico, rivolgiti immediatamente al medico di fiducia se riscontri cambiamenti nel tuo comportamento o nel tuo modo di fare o per qualsiasi cosa che destti un sospetto in te o nei tuoi familiari.

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